27 Mag 2012 - Raduno a Torrechiara (PR)
Torrechiara: alla corte di Piermaria e di Bianca
Il nostro paese è ricchissimo di castelli che testimoniano un glorioso passato di nobiltà e di arte, ma anche di guerre e distruzioni: molti di questi manieri sono legati a leggende più o meno suggestive, magari con presenze arcane di personaggi del passato protagonisti di avvenimenti tragici.
Il castello di Torrechiara, posto all’ingresso della Val di Parma, è invece legato ad una delicata storia d’amore che i soci del C.L.A.S. sono andati a riscoprire nel corso del loro terzo raduno sociale del 2012: sono ventiquattro le auto che si immettono nell’Autostrada del Sole, destinazione un’ennesima meraviglia dell’arte.
Già da lontano il castello ci appare affascinante: posto su un colle alto più di duecento metri sorveglia la strada sottostante, ma non incute soggezione, e le sue eleganti linee architettoniche ne mostrano la sua funzione principale, quella di splendida residenza gentilizia destinata a custodire l’amore fra Piermaria e Bianca.
Si era verso la metà del ‘400 e nella nostra terra era nel suo pieno fulgore il Rinascimento, con le sue signorie e i suoi equilibri di potere, fondati spesso sull’azione di intrepidi condottieri che offrivano i loro servizi ai potenti dell’epoca. Piermaria Rossi era uno di questi condottieri, legato ai Visconti di Milano e in seguito agli Sforza: la sua famiglia, originaria di San Secondo Parmense, era stata investita di un grande feudo e aveva molto spesso i suoi rappresentanti alla corte milanese. Proprio a Milano Piermaria conosce Bianca Pellegrini di Arluno e fra i due nasce un amore travolgente: sono entrambi sposati, ma il loro sentimento non conosce ostacoli, anche perché il condottiero emiliano è troppo importante per gli interessi dei signori di Milano, che chiudono entrambi gli occhi e fanno finta di niente, concedendo a Bianca di andare a vivere presso il suo amato che, per lei, fa ricostruire ex novo una fortezza che viene chiamata con l’augurale nome di Torrechiara. Dal 1460 il castello è il nido dei due amanti: per la sua donna Piermaria fa decorare camere e saloni da validi artisti, fra i quali spicca Benedetto Bembo, autore degli affreschi della cosiddetta “Camera d’Oro”, che desta la stupita ammirazione dei visitatori.
Si prosegue poi in altri ambienti, finemente decorati ad opera di Cesare Baglione, che sviluppa i soggetti relativi alla mitologia greca facendone simboli dell’ardimento e della magnificenza di Piermaria Rossi. Campeggiano sulle pareti stemmi e simboli che alludono alle parentele, all’alleanz a e alla protezione delle maggiori casate nobili europee, comprese quella imperiale e papale.
I soci del C.L.A.S. hanno modo di ammirare le decorazioni a “grottesche” (di ispirazione romano-imperiali) alternate a paesaggi e ad immagini naturalistiche riferite ad animali e vegetali, spiegate di volta in volta dalla nostra guida.
La visita si conclude con un percorso attraverso il borgo medioevale, conservato con scrupolo e amore dai suoi residenti, che ci fa immaginare un salto nel passato di cinque secoli; dalle mura si stende un panorama morbido e tranquillo, attraversato dal nastro argenteo del fiume Parma: casolari e fattorie appaiono immersi nella quiete di praterie e macchie di alberi, in una visione che distende i nervi e che prepara alla fase successiva della giornata, il pranzo che ci aspetta nell’Agriturismo “La Madonnina”, giustamente da menzionare per l’ospitalità e la qualità e la ricchezza della loro proposta gastronomica.
E’ sul tardi che le auto si avviano verso casa, e nei lunotti posteriori l’immagine di Torrechiara sembra invitarci a tornare presto.
Antonello Zecca