18 Mar 2012 - Raduno a Cormano (MI) – Museo della Comunicazione
Il termine “Museo” richiama inevitabilmente, specie per le giovani generazioni, un’idea di vecchio, di polveroso, di fuori dal tempo, di ambienti sorvegliati da annoiati custodi e nei quali regna il silenzio….. fortunatamente non sempre è così. Infatti, accanto ai musei “ufficiali” che rispecchiano più o meno le condizioni di cui sopra, esistono nel nostro paese innumerevoli istituzioni private, quasi sempre poco conosciute dal grande pubblico, che con pochi mezzi e ancor meno aiuti finanziari pubblici, propongono collezioni la cui importanza e ricchezza rivaleggia con quelle ufficiali. Il C.L.A.S. (Club Lombardo Automoto Storiche) è sempre alla caccia di queste ghiottonerie culturali ed ha inaugurato la sua attività radunistica del 2012 col Museo delle Comunicazioni di Cormano, diretto da un collezionista di raro fascino, l’Ing. Giacomo Tavoletti, mecenate determinato a proseguire una tradizione che risale ai Signori del Rinascimento.
La carriera professionale di questo personaggio comincia nell’Aereonautica Militare Italiana nella quale arriva a ricoprire il ruolo di Maggiore Pilota: come tale ha modo di volare su molti velivoli che per l’epoca erano d’avanguardia, come l’intercettore Lockeed F 104, largamente presente nei nostri reparti operativi; in seguito la sua attività di Ingegnere Civile non lo distoglie dalla passione per l’automobilismo agonistico e per il collezionismo, che lo porta a raccogliere un numero incalcolabile di oggetti che hanno in comune l’appartenenza al mondo della comunicazione scritta, parlata o di movimento. L’Ing.Tavoletti ha fatto sua un’espressione del Cardinale Federico Borromeo: ”COLLEGASSE JUVAT”, con la quale questo personaggio storico, fondamentale per la Storia Lombarda, affermava l’importanza della “Conservazione che preserva il ricordo”, e tutto quello che qui circonda il visitatore rammenta quanto sia importante conoscere il passato per comprendere il presente. I soci del C.L.A.S. sono accolti da una monumentale locomotiva della seria “740”, adibita, dagli anni “10” al traino di treni rapidi: getti di vapore e rumori sbuffanti completano lo spettacolo; poco più in là una vettura tranviaria a due assi fa bella mostra di sé nella sua livrea verde a due tonalità…. ci pare quasi di vederla piena di gente che si reca al lavoro. Alzando gli occhi vediamo i due aerei più diffusi nell’A.M.I. negli anni ’60 e ’70: il caccia F 104 già menzionato e il FIAT G 91, ultima creazione dell’Ing. Gabrielli, che aveva esordito in FIAT nel 1937 col suo progetto del caccia G 50 “Saetta”, seguito dal G 55 “Centauro”, che impegnarono severamente Inglesi e Americani nel corso del secondo conflitto mondiale. Il G 91 vinse nel 1954 il concorso europeo per un aereo “d’attacco al suolo” e fu impiegato dalle aeronautiche Spagnola, Germanica e Olandese, oltre che da quella Italiana. Entrando nei locali del museo le emozioni si susseguono a ritmo serrato: ecco tre Alfa Romeo Giulia GTA che testimoniano il passato sportivo di tutto rispetto del nostro anfitrione, accompagnate da una Alfa 2300 SS anteguerra che sembra pronta ad uscire in circuito per fare polpette delle avversarie!
Ma è al piano di sopra che ci colgono le vertigini: siamo circondati da veri gioielli, tutti importanti, tutti fondamentali per la storia dell’Automobile, a partire da una “Benz Velo Comfortable” del 1893, naturalmente funzionante!Appena volgi lo sguardo ecco una Giulietta SZ, una Giulietta Spider Veloce trasformata corsa, un’Alfa Romeo 8C con compressore, una Isotta Fraschini SE del 1908, con accanto una Temperino di poco più recente, e tante altre…. Inglesi, americane, fino a tre splendide Ferrari. Per l’Ing. Tavoletti la Ferrari non è solo un’automobile, ma un’istituzione, un mito….. è con tono commosso e riverente che accenna alle circostanze nelle quali le ha trovate: in particolare si mostra orgoglioso della sua “412 Cabriolet, esemplare unico allestito dalla Carrozzeria Pavesi di Milano. Degna cornice a questa collezione di gioielli meccanici sono centinaia di oggetti, certamente meno appariscenti ma ugualmente preziosi, che riguardano la comunicazione scritta e parlata: decine di vetrine contengono reperti che documentano le prime forme di scrittura, come i geroglifici egizi o i caratteri cuneiformi sumeri, mostrano attrezzi via via più sofisticati usati nella scrittura manuale e in quella meccanica, come un prototipo in legno di macchina da scrivere del 1862. Bella mostra di sé fanno telegrafi ferroviari, radio a galena, fonografi a tromba e a rullo, fino ad arrivare ai primi televisori (1939-40), imponenti nei loro mobili di radica e di essenze pregiate e destinati ad un pubblico ben più ristretto di quello odierno.
Le ore sono volate e, quando usciamo, ci sentiamo un po’ frastornati da quel viaggio nella storia…. ma ci sentiamo anche orgogliosi per tutto ciò che l’Uomo ha saputo creare, per quel progresso che per qualcuno appare scontato, ma che è costato tempo, genialità e fatica. C’è in noi anche gratitudine per un distinto signore che, con tanta passione, ci ha guidato in questo suggestivo viaggio nel nostro passato e da lui ci accomiatiamo con l’augurio di continuare nella sua meravigliosa ricerca.
Antonello Zecca